Bonus barriere architettoniche: facciamo chiarezza!

Gli incentivi rivolti ai consumatori per stimolare ristrutturazioni e interventi di vario genere rappresentano un valido strumento per affrontare diverse necessità. Tuttavia, la comprensione di tali agevolazioni non è sempre immediata, a causa delle complesse normative, modifiche legislative e nuove disposizioni che continuamente si susseguono.

In questo articolo ci concentreremo sul Bonus Barriere Architettoniche, una misura che può essere estremamente vantaggiosa sia per coloro con disabilità che per chi desidera rendere un edificio accessibile a tutti.

Analizzeremo nel dettaglio quali sono gli interventi consentiti, le tempistiche, gli importi e le implicazioni di questa misura.

Importi e tempistiche del Bonus

Introdotto dalla legge di bilancio 2022 per la realizzazione di interventi finalizzati al superamento e all’eliminazione delle barriere architettoniche in edifici già esistenti, l’agevolazione è stata poi prorogata al 31 dicembre 2025 dalla legge legge di bilancio 2023.

Venendo agli importi, la riduzione in questo caso non è indifferente: fino al 75% di sconto in fattura sulla spesa finale, se applicato a singole unità immobiliari.

La detrazione deve essere calcolata su un importo complessivo non superiore a:

  • 50mila euro per unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari, che siano funzionalmente indipendenti e dispongono di uno o più accessi autonomi dall’esterno;
  • 40mila euro moltiplicati per il numero di unità immobiliari che compongono l’edificio, nel caso di stabili composti da due a otto unità immobiliari;
  • 30mila euro moltiplicati per il numero di unità immobiliari che compongono l’edificio per stabili composti da più di otto unità immobiliari;

Interventi compresi nel Bonus Barriere Architettoniche

Il Bonus Barriere Architettoniche copre una vasta gamma di interventi. Pensato inizialmente per la sostituzione o implementazione di ascensori in edifici di diversa natura o dimensione, è arrivato a prevedere ulteriori opere di adeguamento.

  1. L’automazione degli impianti, per facilitare la movimentazione di serramenti e tapparelle;
  2. Installazione di rampe di accesso;
  3. Ampliamento porte;
  4. Bagni accessibili.

Concentrandosi in questo caso sui serramenti e infissi, è necessario rispettare alcuni ulteriori requisiti:

  • per quanto riguarda portoncini e porte la luce netta deve essere di almeno 80 centimetri per l’accesso principale e di 75 cm per quelle interne;
  • le maniglie delle porte da posizionare ad un’altezza da terra tra gli 85 e i 95 centimetri;
  • le ante mobili devono potersi muovere con una pressione non superiore a 8 kg;
  • per i serramenti esterni: l’altezza delle maniglie di finestre e portefinestre resta obbligatoriamente tra i 100 e i 130 centimetri dal suolo;
  • la soglia ribassata -ovvero il gradino in ingresso- per le portefinestre minore o uguale a 2,5 cm;
  • lo spigolo vivo delle finestre necessita di un adeguamento sagomato o protetto per evitare infortuni;
  • come per le porte, anche le ante delle porte finestre per aprirsi devono necessitare di una pressione inferiore a 8 kg;
  • interruttori e dispositivi di automazione ad un’altezza dal suolo compresa tra 100 e 130 centimetri.

E’ bene sapere che per accertare la correttezza dei lavori è necessaria un’asseverazione che attesti il rispetto di tutti i requisiti del decreto. Tutto questo a lavori terminati, richiedendo l’intervento da parte di un tecnico abilitato.

Per attuare questi interventi è necessaria la presenza di una disabilità? La risposta è no, proprio per facilitare l’accesso a chiunque in moltissimi ambienti, a prescindere da una necessità già esistente.

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